IL TERRITORIO

Nell’incantevole scenario del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, sorge Castellabate, antico comune d'Italia, che da secoli veglia dall’alto dei suoi 278 m s.l.m. sulle sue marine : S. Maria, S. Marco, Ogliastro, Punta Licosa e Lago.

Il borgo medievale è interamente abbarbicato intorno ad un massiccio castello, costruito nel 1123 da Costabile Gentilcore, IV Abate della Badia di Cava, per difendere la popolazione dalle incursioni saracene. Attraverso un intrecciarsi di piccole e strette vie, lastricate da pietre locali, si giunge nella splendida piazza, ove si erige maestosa la basilica pontificia. Essa risale alla prima metà del sec. XII, ed è sorta sull’antico spazio sacro di una preesistente cappella, costruita dai monaci basiliani e dedicata a S. Maria de Giulia.

S. Maria si trova nell’insenatura compresa tra Punta Tresino e Punta Licosa. Conserva pressoché intatto il vecchio borgo marinaro sorto intorno al porticciolo “Lu traviersu , la chiesa di S. Maria a Mare, la torre Pagliarola oggi detta dei Perrotti, le porte delle gatte e il Palazzo Belmonte. E’ un elegante borgo marinaro con un lungo e spazioso lungomare dove si incontrano pittoresche casette e grossi palazzi con torrioni angolari.

Percorrendo la strada provinciale verso sud si giunge a S. Marco. La torretta seicentesca del principe Belmonte ci riporta alla memoria antiche leggende di soprusi e di ius primæ noctis. Situata più a sud la marina di S. Marco è dotata di un porticciolo artificiale,  di una notevole flottiglia peschereccia formata dalle classiche “cianciole . Numerose sono le testimonianze del suo passato: una necropoli di epoca imperiale, il porto greco-romano e resti di ville romane.

Ad oriente di Licosa, a circa 4 km. Dal favoloso promontorio, si apre quell’incantevole seno di mare abbastanza ampio nella sua forma circolare, sul cui litorale si allunga Ogliastro Marina. L’intera insenatura si espande a nord fino a Licosa e a sud fino alle Ripe Rosse, circondata da macchia mediterranea e pini d’Aleppo. Nella suggestiva piazzetta troviamo la chiesa dedicata a S. Maria delle Grazie, la cui costruzione risale al 1896.

Non distante da S. Marco troviamo il suggestivo promontorio di Punta Licosa, che prende il nome dalla leggenda della sirena Leucosia, che si gettò in mare e qui fu sepolta. Attraverso un lungo vialone di carrubi e di pini d’Aleppo si giunge al palazzo marchesale dei Granito e alla chiesa settecentesca di S. Maria del Soccorso. Da qui si può ammirare l’omonima isoletta su cui sorge una vecchia torre sormontata da un potente faro.

A nord di Castellabate, a circa 3 km. in linea d’aria dal castello si estende l’amenissima zona Lago, delizioso soggiorno dei turisti. Ma non fu così agli albori del sec. XII, quando, per l’incuria dei Longobardi e dei Normanni, era ridotta a zona paludosa e deserta. Infatti il fiumicello Laris, che scendeva dal promontorio sovrastante, non regolato nel suo corso, straripando, allagò la zona che divenne una palude.

Da qui l’alterazione del nome Laris, prima in Lao e poi nell’attuale Lago. Fu la bonifica compiuta dal Beato Simeone, V Abate di Cava a trasformare la zona rendendola lussureggiante. A questo benefattore fu in seguito intitolato il corso principale del paese. L’arenile di questa caratteristica frazione, tra le più estese del comune, ricopre una millenaria cava di Rocchi e una necropoli di epoca greca. Nel 1925 con una colletta popolare Lago iniziò la costruzione della sua chiesa, una suggestiva cappella dedicata a S. Antonio, a cui è dedicata la festa patronale del 13 giugno.

Sul promontorio sovrastante di Tresino si presume che ci sia stato un insediamento greco (i Trezeni); restano un terrazzamento con muro di contenimento e una interessante tomba bifora di fattura greca. Dai documenti conservati nella Badia di Cave de’ Tirreni risulta che già nel 957 vi fosse una chiesa dedicata a S. Giovanni, più tardi ampliata e con convento rimasto incompiuto.

Nelle vicinanze troviamo un’antica sorgente di acqua potabile con abbeveratoio per animali di pregevole fattura stilistica. Oggi Tresino è patrimonio mondiale dell'UNESCO.

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